L’attimo fuggente
Era il 1989, avevo 15 anni e l’entusiasmo di chi crede ciecamente alle parole del prof. Keating. Nel 1997, usciva Will Hunting – Genio ribelle, frequentavo il secondo anno di psicologia: decisi che avrei fatto lo stesso lavoro del Dr. Sean McGuire.
A 40 anni, le parole del famoso monologo pronunciato dal prof. Keating hanno un senso diverso, poiché dopo 25 anni, semplicemente, tutto ha un senso diverso. Egli incoraggiava gli studenti del tradizionalista collegio maschile Welton a guardare le cose da una prospettiva diversa, a ribellarsi alla pigrizia mentale, a cercare nuove strade. Chiedeva ai suoi studenti di “sentire”, non di conoscere, per questo era un professore fuori dagli schemi.
Oggi, a scuola, chiediamo ai ragazzini di svolgere temi sulle loro esperienze più memorabili e di trarne una morale, mentre invece è proprio la vita sulla quale meno si riflette, la vita non sottoposta a digestione e che sentiamo ribollire in pancia che vale la pena di vivere: anzi, lo scopo della vita, negli anni giovanili, è viverla.
Abbiamo il preciso dovere di sostenere i nostri figli a vivere la loro vita considerando ciò che essi stessi pensano, sono, amano. E noi adulti, genitori, insegnanti, educatori, professori, quando crediamo di sapere qualcosa sui nostri ragazzi dobbiamo guardarli da un’altra prospettiva, anche se può sembrarci assurdo o sciocco ci dobbiamo provare.
Grazie capitano perché mi hai ispirato.
Grazie Robin Williams.
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