Va da sé che mi viene alla mente “la costruzione di un amore” che come canta subito dopo
Fossati “spezza le vene delle mani”. Queste parole sono nel mio cervello da decenni, perché
per costruire una scuola ci vuole tanto amore, che non è un pensiero fisso, ma una costante
che pulsa, a volte di corsa, altre a passo lento. E quando corre, devi correre.
Io e hubby abbiamo fondato un centro educativo qualche anno fa, lavoriamo insieme e non
andiamo tanto d’accordo, io e hubby. Intanto la scuola si trova nella giungla e fa caldo,
talmente caldo che il mio profumo Chanel n. 5 (il profumo che metteva mia nonna) evapora
dopo i primi due metri mentre iniziamo la salita con i bambini. Quando poi uno dei miei
piccoli vuole essere preso in braccio il sudore mi entra negli occhi e mi chiedo “e perché non
dici di no almeno una volta?”.
Hubby dice: “vuoi la giungla – che non è una domanda – e questa è la giungla!”
Voglio una scuola nella giungla perché i bambini hanno ancora la capacità di riconciliarsi con
l’elemento naturale, e in questo momento storico ne abbiamo un bisogno assoluto.
Riconciliarsi quidni con il percorso della formica, lo strisciare del serpente, lo zampettare del
millepedi, la trasformazione del bruco, la ragnatela del ragno, alla presenza dello scorpione
che non punge se lo osserviamo con curiosità e rispetto.
Voglio una scuola nella giungla perché i bambini passino il loro tempo respirando all’aperto,
all’ombra di alberi maestri centenari che affondano le loro radicii nella terra, che quando è
fine fine sembra polvere e si posa anche in cucina.
Voglio una scuola nella giungla, dove il vento soffia nei capelli e i bambini scendono nel
ruscello a pescare granchi e gamberetti d’acqua dolce per poi lasciarli liberi, dove giocano
sporcandosi di terra fino alle orecchie mentre ridono soddisfatti. E allora nella giungla piove,
alle volte piove dentro poiché i tetti sono costruiti con foglie di albero da cocco, e questa
esperienza ci sorprende e incanta.
Voglio una scuola nella giungla, costruita con materiali naturali, nel rispetto dell’ambiente
che ci circonda, dove la pioggia, il vento, la terra, la polvere deteriorano il legno e il bambú.
Per questo occorre ristrutturare e rinnovare spesso tavoli, scaffali, e le pareti delle strutture
dove facciamo lezione.
Questa è la giungla e piove e ci sono tanti insetti – me lo sono già detto da sola che non vivo
in centro a Manhattan ma a Phuket.
Hubby dice “questa è la giungla” e io la scuola nella giungla la voglio figa. Hubby quindi, pur
non capendo, asseconda i miei piani per amore, perché la costruzione di una scuola questo
richiede, amore.
E così me ne sto zitta e a lui non viene il mal di testa.
Io e hubby davvero non ci capiamo…
To be continued
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